giovedì 18 aprile 2013

BLACK APA


Pronta la camera va collaudata e allora black apa.
Questa in realtà doveva essere una robust porter classica, poi nella mia mente è diventata prima una american robust porter (con lievito e luppolo U.S.A.) e infine una black apa ovvero una via di mezzo tra black ipa e apa.


RICETTA:
Litri finali 17,5; OG 1054 ; IBU 44 (Tinseth); EBC 56 (Mosher)
Malti:
2000 g estratto secco
250 g cara 120
400g carapils
300g carafa I

Luppoli:
15 g chinook, coni, 10,9% AA, 60 min;
10 g chinook, coni, 10,9% AA, 20 min;
10 g chinook, coni, 10,9% AA, 15 min;
10 g chinook, coni, 10,9% AA, 10 min;
10 g chinook, coni, 10,9% AA, 5 min;

Altro
1,9 g nutrienti per lievito 2 min
irish moss 8g 15 min

Lievito:
safale US-05.

Il carafa I l'ho usato col metodo dell'infusione a freddo in 3 litri di acqua per 24 ore, successivamente ho filtrato e aggiunto l'estratto in bollitura. Mi aspettavo un minor apporto di colore con questo metodo, in realtà la birra è molto scura.
Ho usato molto carapils per cercare di tenere un po' più bassa l'attenuazione (obbiettivo 75%) e come luppolo ho scelto il solito chinook con gittate per sapore e aroma ma senza dry hopping per non complicarmi la vita coni e hop bag. Anche durante la bollitura ho fatto ameno dei sacchettini, e ho deciso che dal prossimo ordine userò solo luppoli in pellet.

Durante la cotta è filato tutto liscio, dopo aver raffreddato ho travasato senza fare il whirpool e filtrando con un telo di Sarita per trattenere i coni, l'ossigenazione l'ho fatta solo a travasi (5) finchè la schiuma non è arrivata al bordo del fermentatore dopodichè ho inoculato e messo a fermentare.
Ho avuto una resa leggermente più alta del previsto (forse perchè ho sciacquato il malto in grani dopo l'infusione) e ottenuto una OG di 1056.

Dopo 8 giorni di fermentazione a 17,5°C la FG era stabile a 1012 con una AA del 78%. In questo momento sta winterizzando e sono gia partito con gli spurghi.

Rispetto all'ultima apa ho guadagnato un paio di punti percentuali di attenuazione apparente, un po' pochi rispetto alle mie aspettative visto che avevo usato una gran quantità di malti cara (13% sulla OG). Questo mi ha spinto a prendere una decisione: finite le mie scorte di estratto di malto tornerò all'AG; non poter gestire l'attenuazione limita troppo gli stili che posso brassare correttamente.

lunedì 8 aprile 2013

CAMERA DI FERMENTAZIONE - SECONDA PARTE


Finalmente trovo un po' di tempo per scrivere, anche se in realtà non c'è molto di cui parlare dato che ero in attesa di completare le modifiche alla camera di fermentazione e al fermentatore.


La camera è il classico frigorifero di seconda mano con cavo per terrari. La soluzione più sempilce per raffreddare e riscaldare e con un piccolo aiutino anche lagherizzare. Il cavo è fissato alle pareti del frigorifero con delle piccole ventose da acquario e una goccia di colla. Il mio fermentatore tronco-conico ci sta dentro di misura (mentre un classico bidone di plastica potrebbe entrarci senza problemi) ed è appoggiato ad un asse di legno forato di 2 cm di spessore e bloccato in alto con due pezzi di polistirolo da coibentazione sagomati, una soluzione semplice ed economica. Ho preferito evitare di bucare il frigorifero, quindi sia la sonda che il cavo scaldante entrano dalla porta.



Ho eseguito qualche modifica al fermentatore sostituendo la squallida guarnizione sul coperchio con un giro di silicone alimentare, allargando il foro per il gorgogliatore per sostituirlo con un blow-off e inserendo un pozzetto portasonda per il controllo della temperatura.


In questi giorni ho testato tutto con acqua per verificare la tenuta delle guarnizioni e la gestione delle temperature e non ci sono stati problemi.